sabato 30 giugno 2007

Presentazione a Potenza: seminario sulla ''Autostima ed il linguaggio del corpo''

Il Seminario, organizzato dal centro studi Diapason e l’associazione CEMUI entrambi con sede a Roma, avrà una presentazione gratuita il 13 luglio 2007 alle ore 20.30 presso IREFOR Contrada Mavaccaro (adiacenze ristorante La Tigre).

Il Seminario, organizzato dal centro studi Diapason e l’associazione CEMUI entrambi con sede a Roma, avrà una presentazione gratuita il 13 luglio 2007 alle ore 20.30 presso IREFOR Contrada Mavaccaro (adiacenze ristorante La Tigre)

L'autostima è l'idea che ognuno ha di sé ed il linguaggio del corpo è lo strumento
con il quale lo comunichiamo e lo leggiamo.

L'autostima è fondamentale per ottenere il meglio dalla vita.
Come è indispensabile capire le tecniche di lettura del linguaggio del corpo
ed instaurare una corretta comunicazione a doppia chiave.

Il proprio livello di autostima, nasce da un confronto fra sé e il mondo circostante, se il confronto è errato, errate saranno conclusioni, che spesso sono mutuate da false informazioni provenienti dalla comunicazione paraverbale dei nostri interlocutori.
La giusta decodifica di dette informazione è essenziale per la crescita della nostra autostima

La vera autostima

La fiducia in sé stessi è importante, ma la vera autostima passa sempre attraverso la comprensione del mondo; infatti

•deve essere indipendente dal giudizio degli altri
•deve basarsi sulla perfetta conoscenza dei nostri punti di forza e dei nostri punti deboli
•deve essere basata su giuste decodifiche del paraverbale
•deve portarci a migliorare i punti deboli
•deve consentirci di avere obbiettivi realistici.

Per informazioni 0637352413

giovedì 28 giugno 2007

Come superare una separazione , seminario a Roma il 15 Luglio 2007

Come superare una separazione , seminario a Roma il 15 Luglio 2007
La fine di un matrimonio, di una lunga convivenza o di un fidanzamento sono sempre eventi traumatici che portano, chi li vive, a percorrere una spirale di disagi tra smarrimento e difficoltà a ricominciare. Si tratta di situazioni che tutti, almeno una volta nella nostra vita, abbiamo sperimentato.

Rimanere improvvisamente soli significa quasi sempre dovere affrontare una realtà in cui si fa un’enorme fatica a riallacciare vecchie conoscenze o a crearne di nuove.

In seguito alle innumerevoli richieste di consulenza su queste importanti tematiche, La seduzione.net, in collaborazione con il Centro Studi Diapason, ha creato questo nuovo evento formativo raccogliendo le esperienze e modellando le strategie di decine di persone che sono riuscite a superare brillantemente questi momenti. Questa iniziativa (unica nel suo genere nonché novità assoluta in Italia) è rivolta a tutti coloro che desiderano trasformare il distacco in una fonte di nuove ed entusiasmanti opportunità per ricominciare a godere, con rinnovato entusiasmo, dei piaceri di una relazione.

Per rimarginare le ferite provocate da un allontanamento. Per le persone che ancora adesso si chiedono “perché”. Per superare il momento del distacco. Perché, guardando con determinazione all’interno noi stessi, è possibile trovare le risorse capaci di modificare, in modo positivo, molti aspetti della vita. Perché “ricominciare” è possibile.

Per ridisegnare alcuni aspetti della propria vita e capire che ciò che è considerato “fallito” è semplicemente “finito” e che, da quel punto, c’è un nuovo inizio e una nuova vita. Ti proponiamo di metterti di nuovo in gioco, con il piacere della condivisione, in un percorso coinvolgente ed emozionante!

PROGRAMMA
-Analisi sullo stato attuale sia emotivo che razionale (Ovvero come stai ora)
-Viaggio all’interno di se stessi (capire cosa e perché ci provoca turbamento)
-Proiezione della persona rispetto all’accaduto
-Ipotesi del “dubbio”: di chi è la colpa?
-Rapporti finiti o falliti?
-Voglia di trovare nuove soluzioni
-Rimodulare i propri atteggiamenti (come rimettersi in gioco )
-Come pianificare il raggiungimento dell’obiettivo
-La comunicazione (non per vincere ma per con…vincere)
-Possibilità di intraprendere cambiamenti
-Miglioramento della propria autostima
-Feed-back e momenti di confronto

Per informazioni 800 135491

domenica 24 giugno 2007

LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE ED IL LINGUAGGI DEL CORPO. SEMINARIO A BENEVENTO

Il Centro Studi Diapason , organizza un nuovo seminario formativo a Benevento in collaborazione con la Strive Marketing Comunicazione per migliorare le capacità di relazione interpersonale tramite il linguaggio del corpo"


- Il corso vi aiuterà a captare e decodificare tutti i segnali che produciamo senza sosta, in modo del tutto inconscio e senza motivo apparente e come, sulla base di queste azioni involontarie, sviluppiamo sentimenti di attrazione, diffidenza o disagio nei nostri comuni rapporti umani. Distinguere questi linguaggi del corpo e comprenderne il significato all'interno di una conversazione o di un'interazione ci dà un enorme vantaggio sul piano interpersonale: possiamo scoprire quello che l'interlocutore non dice, le cose che nasconde e, talvolta, le emozioni e gli impulsi di cui non è ancora consapevole.
Il linguaggio del corpo, conosciuto e studiato sotto l'etichetta di "comunicazione non verbale", ha un peso decisivo in tutti gli scambi comunicativi. Si stima che il corpo sia determinante in almeno il 70% (fino al 90%) del messaggio trasmesso. Imparare a rendere coerente la comunicazione verbale e quella non verbale permette di essere più persuasivi e chiari migliorando così i rapporti interpersonali.

La presentazione gratuita del corso, si svolgerà il giorno 29 giugno alle ore 17.00, presso la sala conferenze del Convitto Nazionale P. Giannone a Piazza Roma, Benevento.

Relatori: dott. Giuseppe Maria Galliano - dott.ssa Ida Carità.


Per informazioni
Tel: 082447562 - e-mail:info@strive.it

sabato 16 giugno 2007

“Il naturopata e l’arte di ringiovanire”

Si è da poco concluso, il “VI Congresso Nazionale di Naturopatia”, organizzato dall’ Istituto Riza a Milano, con il tema “Il naturopata e l’arte di ringiovanire”, in ricordo di Schwaller de Lubicz. Il rapporto con l’età che passa e la voglia di apparire, più che essere realmente, giovani, è un problema sociale molto diffuso. Le statistiche parlano di una società che invecchia, nel 2050 si ipotizza che un quinto della popolazione mondiale sia costituita da anziani, eppure nessuno vuole mostrare i segni fisici dell’invecchiamento, vedi il ricorrere alla chirurgia estetica o altri sistemi, a volte rivelatisi dannosi per la salute. Pensando, erroneamente, che essere giovanili o giovani è sinonimo del solo “apparire giovani”. In questo convegno si è parlato e dimostrato attraverso i workshop, che il concetto di giovinezza è dato dal contesto psicofisico dell’individuo e che ciò si può ottenere con l’utilizzo di metodi naturali, capaci di stimolare correttamente le risorse energetiche che abbiamo a disposizione. Lo scopo di questa iniziativa aperta a tutti è stato quello di non raccontare teorie da eseguire bovinamente, ma di permette di provare di persona quel che viene detto e di discutere liberamente ed al momento delle sensazioni vissute. Sabato mattina, c’è stata l’introduzione del tema, con la tavola rotonda “Anima e Corpo eternamente giovani”, alla quale sono intervenuti gli organizzatori e insegnanti, quali V.Caprioglio, E. Minelli. R. Morelli, E. Primitivo ed U. Solimene. Poche chiacchiere e tanti fatti, nel pomeriggio del sabato, l’intera giornata della domenica e del lunedì, vi sono state le prove pratiche, che hanno visto interagire insegnanti e partecipanti. Nel “La diagnosi dell’età biologica”, condotto dal dottor Enzo Primitivo, è stata misurata l’età biologica (che spesso non coincide con l’età anagrafica) tramite test del collagene e di questionario, ciò ha permesso di valutare il nostro stato di giovinezza e di trovarne i rimedi adatti e personalizzati. Nel “L’alimentazione della giovinezza” condotto dalla naturopata Fiorella Coccolo, è stato discusso lo stile alimentare corretto e la scelta dei giusti cibi, nel rispetto delle singole diversità anche di gusto e del proprio stile di vita, ponendo particolare attenzione alle intolleranze alimentari. Nel “Ringiovanire con gli aromi”, guidato dalla dottoressa Daniela Marafante, sono gli aromi naturali i protagonisti, dove è stata messa in evidenza l’importanza del profumo per stimolare le energie arcaiche del nostro corpo, le vere fonti inesauribili della nostra giovinezza. Ognuno ha il suo aroma benefico, pertanto è importante individuarlo ed annusarlo o diffonderlo nell’ambiente in cui viviamo per trarne beneficio. Ne “I fiori della giovinezza” diretto dalla floriterapeuta e naturopata Marilena Zanardi, è stato individuato il proprio fiore della giovinezza, tramite un semplice test, da utilizzare nei trattamenti naturopatici. Il principio di scelta, di efficacia e utilizzo è lo stesso dei Fiori di Bach e himalaiani o californiani. Nel Workshop “Ringiovanire con le immagini”, condotto dal dottor Raffaele Morelli, dopo l’introduzione per ricordare che “non sono solo le tossine o i radicali liberi o i cibi ad intossicarci, ma tutte le volte che il cervello viene ingabbiato da schemi, abitudini, mentalità ristrette… perde la sua capacità rigenerativa nei confronti dell’organismo. Il cervello produce le sostanze della giovinezza solo quando la mente è vuota e si affida alle immagini, alla fantasia, alla creatività.” Abbiamo eseguito esercizi pratici che hanno avuto la funzione di liberare il cervello da tutte le identificazioni che ci vincolano e ci fanno invecchiare. Nel “La sorgente della giovinezza”, guidato dal dottor Vittorio Caprifoglio, che è stato totalmente pratico, tra un mix di suoni, colori ed immagini, mediante tecniche immaginative e di rilassamento si è andati a contattare quell’energia creativa, tipica delle prime fasi della vita, che ci ha portati da una cellula fecondata ad essere ciò che siamo. Quella “sorgente della giovinezza” sempre attiva che ci rigenera continuamente. Con la direzione del dottor Emilio Minelli, nel workshop “Il taoismo e l’arte della rigenerazione e della rinascita”, abbiamo provato un mix basato sul massaggio, l’utilizzo di aromi e del corretto respiro, per stimolare la capacità del corpo di auto-ricreazione, secondo la visione energetica cinese ispirata dal pensiero taoista. Nel seminario “Le sostanze della giovinezza”, condotto dai dottori Luigi Spaggiari, Paolo Testi, Francesco Lo buono, sono stati illustrati i meccanismi d’azione delle sostanze naturali (vitamine ed integratori) adatte a stimolare il rinnovamento del tessuto del corpo e del loro corretto utilizzo. Infine il dottor Vittorio Caprioglio, ha rappresentato, una questione di notevole importanza, di cui, anch’io mi sono interessato in modo specifico, la figura del naturopata secondo la legislazione italiana. Argomento di primario interesse sia per gli operatori del settore, che per tutelare la salute dei sempre più fruitori. In sintesi, manca ancora una legge nazionale che disciplina la materia, ma sempre più regioni stanno legiferando a livello locale; prossimamente tratterò l’argomento portando lo sguardo al di fuori dei confini italiani, per capire gli altri paesi come si sono posti nei confronti della naturopatia e dei naturopati.

Sandra Sirico, racconta due esperienze reali

“Adele, 84 anni, con forte soprappeso, decisa a perdere i chili in più, che non le permettono neanche di camminare bene. Dopo una valutazione psicosomatica ed aver proceduto ad un lungo colloquio amichevole ma professionale, l’ha sottoposta al Vega test. Dal quale risulta una forte intolleranza ai legumi ed alle solenacee (pomodori, peperoni, melanzane, patate). Le ha suggerito dei consigli alimentari al fine di riequilibrare il transito intestinale con l’introduzione di semi di lino (in quanto la persona aveva riferito anche problemi di stitichezza) ed a bere più acqua durante la giornata, anche e soprattutto lontano dai pasti. E’ una caratteristica negativa degli anziani di bere poca acqua. Dopo essere entrata in confidenza ed aver acquisito la fiducia di Adele, ha proceduto con il controllo del peso. Ha aggiunto una tisana depurativa per il fegato a base di erbe di tarassaco, fumaria, rosmarino(2 cucchiai da diluire in un litro e mezzo di acqua, da bere durante la giornata lontano dai pasti) integrata da un cibo probiotico a base di fermenti lattici per riequilibrare la flora intestinale e dei gemmoderivati per i problemi di diuresi e ritenzione idrica. Il primo è 50 gocce la linfa di betulla verrucosa da assumere la mattina 15 minuti prima di colazione ed il secondo è quercus peduncolata in dose di 50 gocce da assumere 15 minuti prima di cena. La nipote della signora Adele la chiama dopo venti giorni, contenta che sua nonna si sta sgonfiando a vista d’occhio. “L’obbiettivo fissato con la signora Adele, quello di renderla autonoma, perdendo peso e poter tornare a passeggiare nella sua bellissima compagna con i nipoti”. Dai segnali avuti, sembra che i suggerimenti dati e la fiducia e l’entusiasmo di Adele, producono gli esiti sperati.”

“Rosa, 81 anni, signora molto dinamica, peso forma, presenta un problema di colite con conseguenti gonfiori addominali e spesso anche stitichezza. Dopo averla sottoposta al vega test, dal quale risulta essere intollerante all’olio d’oliva ed al pomodoro, le consiglia un’alimentazione su misura, che l’aiuta a regolarizzare il funzionamento dell’intestino ed al contempo le migliora la memoria (durante il colloquio conoscitivo, aveva raccontato che ultimamente aveva delle perdite di memoria). Lei non può dimenticare, altrimenti “peserebbe” ai suoi figli, già troppo impegnati. Inserisce nella dieta alimentare consigliata, i semi di lino (ricchi di acidi grassi omega3 ed omega6, noti per le proprietà anticolesterolo e per prevenire le malattie cardiovascolari, per aumentare le difese immunitarie ecc…) i fiocchi d’avena (migliorano l’attenzione e danno tanta energia), latte di riso (il latte vaccino è sconsigliato per chi, come lei, soffre di colite) a colazione per evitare cali energetici durante la mattina. Integra con un depurativo a base di cardo mariano, carciofo, tarassaco e boldo ed il probiotico. Inoltre consiglia l’assunzione di 50 gocce di ficus carica, in macerato glicemico (un gemmoderivato, ottenuto dalle gemme, la parte più giovane della pianta) da assumere 15 minuti prima dei pasti principali. Ad ottobre le aveva chiesto un aiuto naturale per non essere vittima dell’influenza. Sandra le suggerisce l’echinacea in tintura madre, 20 gocce 2 volte al giorno mezzora prima di colazione e cena per un periodo di due mesi e di assumere la tintura madre di propoli, se avesse sentori di problemi alla gola, nella dose di 20 gocce due volte al giorno, prima di colazione e cena, poste su un cucchiaino di miele all’eucaliptolo. In questi giorni è tornata in studio, contentissima dei risultati ottenuti, soprattutto di non essersi ammalata quando le sue amiche erano bloccate a letto dall’influenza. Racconta che si sente un po’ stanca, sia psicologicamente che fisicamente, dovuta a situazioni esterne, che l’hanno stressata eccessivamente. La naturopata le consiglia di prendere il depurativo (sottolineando che va sempre assunto ai cambi di stagione) e l’oligoelemento rame-oro-argento, 1 fialetta sublinguale da ingerire la mattina a giorni alterni e l’eleteurococco (pianta che “agisce” sulla stanchezza psicofisica) nella dose di una tavoletta, un estratto secco, 2 volte al giorno lontano dai pasti. Rosa lascia lo studio, contenta e piena di energia, per il solo fatto di esser stata ascoltata ed accolta con un sorriso (che vale più di qualsiasi altra terapia) dalla naturopata, infatti le ha raccontato non solo questi problemi ma si è anche sfogata dei problemi quotidiani.

Il benessere attraverso la naturopatia e l’alimentazione.

In un paesino della provincia di Salerno, S.Arsenio, una ragazza trentenne, Sandra Sirico,credendo in se stessa e negli studi compiuti, ha aperto uno studio di naturopatia e si occupa di far recuperare e/o mantenere il proprio stato benessere psicofisico. Già personal trainer, diplomata ISEF (attuale laurea in scienze motorie) istruttrice fitness, ha terminato gli studi di naturopatia, presso l’Istituto Riza di medicina psicosomatica sede di Roma, specializzandosi in “lettura del corpo in psicosomatica”, in “oligoelementi e gemmoderivati”, in “alimentazione naturale”, con un’affascinante tesi, titolata :“Corpi che non sorridono più.” Dove ha trattato di argomenti attuali ed interessanti, quali i disturbi del comportamento alimentare, su tutti anoressia e bulimia. Lavora in diverse palestre della provincia di Salerno e Potenza, dove abbina le esperienze di personal trainer e di naturopata, con la novità che nel mese di Giugno aprirà un negozio di alimenti naturali. Sandra aveva notato che la gente seguiva molto volentieri i suoi suggerimenti, ottenendo spesso i risultati prefissati, ma le persone lamentavano difficoltà nel reperire gli alimenti naturali, biologici, senza pesticidi ne conservanti o alcuni particolari cibi di uso non comune come la farina di Kamut o le alghe, che lei consigliava. Difficoltà ancora maggiori per le persone anziane con difficoltà di spostamento, che costituiscono una parte importante della sua clientela. Ha pensato di dare una soluzione al problema, facendo nascere “il Bioshop, prodotti di alimentazione biologica, per intolleranti, allergici e celiaci”, con vendita attraverso il sito web e spedizione postale, così da raggiungere qualsiasi cliente, anche anziano e nei punti più sperduti di Italia e del Mondo. La Sirico, nel colloquio conoscitivo, spiega al cliente il ruolo e le competenze del naturopata, chiarendo che non può eseguire diagnosi, non può curare e specifica che non è un medico. Utilizza il “Vega test”, per valutare eventuali intolleranze alimentari, uno strumento di lavoro, obiettivamente discusso da alcuni medici, ma che riscuote curiosità e fiducia da parte della clientela. La misurazione si esegue ponendo nella mano del paziente un elettrodo, mentre si legge la resistenza di alcuni punti particolari di agopuntura su determinati punti dell’altra mano. Alcuni indicatori visivi ed acustici, registrano la presenza o meno di “vibrazione di risonanza” tra una certa frequenza patologica eventualmente presente nel cliente e quella emessa da una fiala test posta in precedenza nell’apparecchiatura, in modo che si trovi inserita nel circuito elettronico “cliente-vega test”. Naturalmente il suo inventore il Dr. Helmut Schilmmel, che lo inventò nel 1976, come evoluzione dell’elettroagopuntura di Voll, lo considera uno strumento di facile utilizzo e molto efficace. Personalmente, appena possibile, mi sottoporrò al test, con curiosità e fiducia nella naturopata anche se con un po’ di scetticismo. E solo dopo aver provato e aver seguito i conseguenti consigli alimentari della Sandra Sirico, potrò confermare o smentire l’efficacia del test. Se dal “Vega test” ,eventualmente, si evidenzia una intolleranza alimentare, la naturopata completa il suo intervento suggerendo alla persona, un’alimentazione corretta priva di questo alimento per un periodo di almeno due mesi. Fornendo un prospetto dietetico e dei consigli mirati a depurare l’organismo ed eliminare le tossine per riequilibrare tutte le funzioni corporee, anche attraverso l’utilizzo di oligoelementi, gemmoderivati e preparati fitoterapici. Generalmente l’alimentazione suggerita è ricca di frutta, verdure, cereali integrali ottenuti da coltivazioni biologiche prive di pesticidi, conservanti e coloranti. Inoltre invita a bere molta acqua oligominerale con un residuo fisso inferiore ai 50mg, per favorire la purificazione e la diuresi. Questo consiglio è valido per tutti, soprattutto per gli anziani, che tendono a bere poco. L’acqua va bevuta a piccoli sorsi ed a temperatura ambiente senza aspettare il “bisogno” di sete. Propone nuovi alimenti, per aumentare la varietà e trarne i benefici correlati: come le alghe, conosciute per le proprietà mineralizzanti. Inoltre sollecita la persona ad una vita meno sedentaria e più dinamica, consigliando la pratica di un diverso sport in base all’età ed alle singole esigenze. Per i più pigri o gli anziani o per chi non pratica sport da molto tempo, li invita ad effettuare almeno mezzora di passeggiata al giorno, all’aria aperta, lontano dal traffico cittadino. In quanto il contatto con la natura permette di scaricare tutte le tensioni accumulate e rigenera donando una sensazione positiva di benessere.

La felicità non è una metà da raggiungere

Tutti la cercano, tutti la desiderano, tutti la sognano, ma quante persone possono dire di essere felici? E soprattutto cos’è la felicità? Molti, troppi, erroneamente credono che essere felici, sia un obiettivo da raggiungere, attraverso le cose belle e di valore economico possedute, con lo svolgere un buon lavoro, con il rivestire posizioni di potere economico o politico, (oggi) con l’essere visibili e partecipare a trasmissioni televisive, con essere “riconosciuti” dagli altri, con l’avere un rapporto sereno con gli amici e avere la classica famiglia della pubblicità del “Mulino Bianco”. Peccato che nasce sempre qualche intoppo, qualche imprevisto, fatalità o disguido, per lo più dipeso da altri o da fattori esterni che non ci permettono di raggiungere le mete prefisse, e quindi non avendo soddisfatto le nostre aspettative, siamo tristi ed infelici. La realtà è questa, ed è proprio questo l’errore che commettiamo: cercare, rincorrere, lottare per ottenere la felicità, attraverso un modello di aspettative fasulle o irrealizzabili, per il normale e misterioso corso della vita. La felicità dipende da noi e solo da noi, dal nostro atteggiamento mentale con cui affrontiamo ogni situazione quotidiana. Gli eventi che accadono ad ogni persona sono quasi uguali per tutti, gioie, delusioni per un amore non corrisposto, per un abbandono, per un concorso vinto o perso, per una disattenzione o ottusità o menefreghismo di chi abbiamo di fronte, per incomprensioni con il partner, con i familiari, con gli amici, per i lutti, per la ricerca faticosa di un lavoro, della casa, ecc… quello che cambia è la nostra reazione ed accettazione nei confronti di questi avvenimenti inevitabili; e ciò fa la differenza tra l’essere ed il non essere felici. La felicità non deriva da situazioni esterne (quanti personaggi ricchi e famosi, che sembrano avere tutto -fama, successo, soldi, visibilità, potere, compagni ambiti, lusso-, tranne che l’essere felici, vedi Britney Spears) ma è uno stato d’animo interiore, da non confondere con la serenità, la gioia e l’allegria. La serenità è l’assenza di preoccupazioni, di turbamenti e di emozioni forti, uno stato di quiete, tra due avvenimenti emotivi. La gioia e l’allegria sono le manifestazioni emotive esterne, che possono essere conseguenti di uno stato di felicità, ma non sono né la causa né sono assimilabili ad essa. Spesso questi termini, vengono usati indifferentemente, ma hanno significati ben diversi; tanto è vero che si può fingere bene di provare gioia o allegria, ma non di essere felici. Studi scientifici hanno dimostrato, che il cervello attimo per attimo è in grado di creare uno stato di pienezza e soddisfazione: la felicità. Peccato che a bloccare ed impedire il lavoro del cervello arrivano i brutti pensieri, le preoccupazioni e l’ansia. Questo avviene perché ci hanno insegnato che la felicità si ottiene con il sacrificio, che il dovere viene prima del piacere, che se si è felici prima o poi ci sarà un prezzo da pagare (con dispiacere, tristezza o eventi negativi), quasi che l’essere felici sia una colpa. La felicità è uno stato naturale, interiore e personale ed accade nel presente; ogni attimo è l’attimo giusto per essere felici, se lo rimandiamo o lo leghiamo ad eventi positivi futuri (ma di cui non vi è certezza), allontaniamo consapevolmente la felicità da noi. Vi sono atteggiamenti che agevolano lo sgorgare della felicità come avere un buon rapporto ed accettare se stessi (autostima), accettare tutti gli eventi che accadono come attori protagonisti e non come vittime (predestinate), vivere nel presente - l’unico tempo che esiste - (il futuro crea ansia, il passato nostalgia e/o frustrazioni), vivere le piccole cose quotidiane, come eventi unici e non scontati o ripetitivi e lasciare la mente vuota da pensieri avvelenanti. L’essere felici è compatibile con qualsiasi avvenimento, anche triste che ci accade, è un diritto naturale e non va condannato dalla morale e dai moralisti (i peggiori nemici del benessere e del vivere in pace con se stessi e con gli altri), secondo cui la felicità è un premio o una colpa, e chi è felice viene definito superficiale, inadeguato, insensibile, sempliciotto, che non è cosciente dei problemi reali ma vive in un mondo tutto suo, fuori luogo, ecc… .

“Sono fatto così, non posso cambiare!”

Questa frase, è forse la più ripetuta ed ascoltata; la ripetiamo a noi stessi, la diciamo al nostro interlocutore: molto spesso, troppo. Perché è una frase limitante, ovvero impedisce il cambiamento. Viene utilizzata per giustificare alcuni nostri comportamenti, spesso erronei, quindi per difesa e per non doversi mettere in discussione. Esprime chiusura verso l’altro (“mi devi accettare così, perché sono fatto così”), paura di perdere le proprie sicurezze ed abitudini. E’ vero, che l’altro ci deve accettare per come siamo e non deve pretendere cambiamenti, ma è anche vero che se noi vogliamo possiamo cambiare il nostro carattere: non per l’altro (non sarebbe vero cambiamento) ma per noi stessi. Quindi chiediamoci cosa significa esattamente: “sono fatto così, non posso cambiare,” e soprattutto se e quanto questa convinzione è vera o meno. Il riferimento è alla nostra personalità o carattere, che comunemente vengono, impropriamente ed indifferentemente, utilizzati per identificare e giustificare “il nostro comportamento”. In realtà la personalità ha un fondamento bio-psichico ereditario, tuttavia soltanto l’ambiente in cui l’individuo cresce e vive, può condurre più o meno a maturazione il seme posto dalla natura. L’influenza dell’educazione, a cui tutti siamo sottoposti, agisce sulla nostra emotività, di cui siamo dotati per natura, orientandola in direzioni completamente differenti. Quando parliamo di “ambiente” ci riferiamo, per i primi anni di vita, alla famiglia, in cui il bambino elabora le sue prime e fondamentali esperienze. Un ambiente familiare negativo, traumatizzante, sono le cause dei principali problemi di personalità anche in età adulta. E’ studiato che la carenza della presenza materna, soprattutto nei primi tre anni di vita, provoca danni irreparabili al bambino, nel risvegliare gli interessi e nello sviluppare il linguaggio. In seguito entra in gioco la figura paterna, che simboleggia la sicurezza e la giustizia, e che viene trasmessa attraverso l’esempio, e con un atteggiamento autorevole e non autoritario. L’atteggiamento autorevole è positivo e pone le basi per una buona crescita, il comportamento autoritario è negativo e crea immensi danni. All’influenza della famiglia si aggiunge l’influenza della scuola, della chiesa, degli amici, degli hobbies, dello sport, delle letture, dei mezzi di comunicazione (tv, radio, internet, giornali, teatro) e di ogni attività ludica e sociale. E’ dimostrato che per quanto forte è la pressione ambientale, essa modifica solo in parte il comportamento umano. Le basi psichiche sono ereditarie, l’ambiente può soltanto favorire o meno lo sviluppo o inibirlo. Ciò significa che un soggetto “deficitario” per natura, anche se in un contesto ambientale ottimo, non otterrà gli stessi risultati di un soggetto “normale”; sicuramente l’ambiente positivo, rispetto ad un ambiente negativo, eviterà peggioramenti e soprattutto permetterà di sviluppare al massimo la dotazione naturale. Allo stesso modo un soggetto “eccezionalmente” dotato per natura, riuscirà ad emergere, anche se a fatica, in un contesto ambientale negativo. Quindi l’educazione può e deve essere tesa ad attivare, stimolare e sviluppare le buone predisposizioni di base e arginare le tendenze negative. L’esempio è fondamentale ed è l’unico metodo di insegnamento valido. Le parole da sole non bastano soprattutto se per istigare comportamenti positivi, anzi se non supportate dall’esempio o se c’è contrasto (tra esempio e parole), creano confusione e disagio nel discente: dando risultati negativi e differenti da quelli voluti. Se l’ereditarietà e l’ambiente rappresentano fattori oggettivi (e li paragoniamo al latte e alla frutta, messi in un frullatore- noi siamo il frullatore), noi siamo il fattore soggettivo. Il frappè che esce dalla frullata è il nostro carattere. Pertanto il nostro carattere dipende da noi, quindi lo possiamo modificare: se solo lo vogliamo. Il carattere è il risultato di tutto un lavoro di costruzione, che il soggetto compie su sé stesso, sulle proprie caratteristiche naturali, con l’intervento dell’educazione, sotto la forte spinta della buona o cattiva influenza dell’ambiente in cui viviamo. Esso ci permette di crearci barriere insormontabili o di creare stimoli a progredire, solo che il soggetto lo voglia.

Conoscersi, guida all’approccio.

Il conoscere nuove persone non è facile per tutti, soprattutto se ci si rivolge all’altro sesso e se ci piace o ci interessa particolarmente. La sicurezza in sé, l’essere il più spontaneo e naturale possibile, è l’unico consiglio utile da suggerire. In quanto non esiste un approccio vincente, codificato, riproducibile e ad effetto sicuro. Ma esistono dei segnali, messaggi “involontari” inviati dal corpo che ci indicano se la strada della conoscenza intrapresa è da continuare o se è saggio ritirarsi e dedicare le nostre attenzioni ad altro possibile interlocutore. Impariamo, quindi a conoscere ed a prestare attenzione ai messaggi inconsci trasmessi dal corpo. Nella quotidianità del mondo reale il primo contatto consiste in un gioco di sguardi (con lo sviluppo di internet ed il diffondersi delle chat, non è l’unico tipo di approccio). E’ seducente un’occhiata rapida distogliendo lo sguardo e poi guardando ancora; seppure ambiguo dimostra interesse e attira l’altro. Se questo gioco di sguardi continua con occhiate sempre più prolungate ed intense, è sintomo di intesa e di coinvolgimento emotivo, quindi è un segnale positivo. Superato l’approccio visivo, dobbiamo passare ad una seconda fase, ovvero l’approccio verbale: - il vero problema - cosa dire? E’ sufficiente una frase qualsiasi, sul tempo se si è in un luogo aperto o sul vestito indossato o sulla musica che si ascolta o sul cibo che si sta gustando se ci si trova in un ambiente chiuso. Inutile sforzarsi nell’invenzione di battute (presunte) brillanti ed innovative, che risultano spesso essere banali ed ottenere l’effetto contrario rispetto a quello desiderato. Perché l’altro, avendo risposto al nostro sguardo, vedendoci avvicinare e/o rivolgergli la parola, è cosciente che il nostro è un approccio per iniziare la conoscenza. Dalla risposta avuta capiremo se l’altro è interessato. Risposte secche, scocciate, sibilline, dure chiudono il discorso (non è interessato), al contrario risposte articolate, sono il segnale che sta al “gioco” e se nella sua risposta pone delle domande è un chiaro invito a continuare il dialogo. Fondamentale durante il dialogo è il guardarsi negli occhi: uno sguardo presente e prolungato, è segnale di sfida o di desiderio e comunque di spiccato interesse. La conversazione ora può proseguire in scioltezza e diventare più personale: raccontare “solo” qualcosa di se stessi e poi lasciare spazio all’altro, ascoltarne i tempi ed incoraggiarne le risposte – è manifestazione di volersi presentare ma di non voler monopolizzare l’attenzione, di non essere invadente e contemporaneamente provare vero interesse e rispetto per l’altro. Il monopolizzare il discorso su di sé, è uno degli errori più comuni. E’ giusto sottolineare e ricordare che la conversazione è un dialogo a due o più persone e non un monologo auto-celebrativo! Quando il dialogo ha assunto un tono amichevole, scorrevole e la piacevolezza è comune, esprimere un complimento semplice e non esagerato, è sempre gradito e fa chiaramente capire all’altro che l’interesse va oltre la conversazione del momento (ma è rivolto alla persona). Utilizziamo tematiche leggere e divertenti; ridere insieme allenta la tensione del primo incontro e crea un legame, seppure molto fragile. Altri segnali da osservare, per capire se c’è affinità è vedere se entrambi adottiamo spontaneamente la reciproca postura o se compiamo lo stesso movimento o gesto “inconsciamente” e simultaneamente. Fatto ciò dobbiamo passare alla terza e conclusiva fase dell’approccio: il primo contatto fisico. E’ necessario toccarlo/sfiorarlo in una zona neutra come il braccio o la mano, provocato con un gesto delicato e quasi involontario. Se istintivamente l’altro si ritrae, ci sta comunicando che la conoscenza, per quanto piacevole come dialogo, finisce lì. Nel caso non si ritrae o è l’altro che cerca o ricambia il contatto “fortuito e delicato” , l’approccio, non solo, è andato a buon fine ma ci sta incentivando ad andare oltre. Siamo, così, entrati nello spazio intimo dell’altro, pertanto dobbiamo essere consapevoli di essere dei “privilegiati”, in quanto non a tutti è consentito. A noi è stato permesso. Ora è sufficiente continuare con molto tatto essendo semplicemente se stessi. Pensiamo che stiamo entrando in contatto con un “mondo” nuovo, che non conosciamo. Per quanta esperienza abbiamo, ora non serve; è una persona diversa ed unica seppur simile a tante altre. Rispettiamola ed apriamoci a lei, avremo così arricchito la nostra e la sua vita di nuova energia, che influisce positivamente sulla autostima e quindi sul benessere di entrambi.

Tutto comincia con un semplice, innocuo, dolce bacio

Il bacio consiste in una carezza effettuata con la bocca, ma questo semplice gesto, comune a tutti assume significati notevolmente diversi a seconda del modo in cui viene scambiato. E’ usanza dei paesi europei e latini, salutarsi in modo affettuoso tra amici e parenti scambiandosi due baci sulle guance, a volte conseguenti ad una stretta di mano o di un abbraccio. Il numero di baci varia a seconda della tradizione, in Italia se ne scambiano due, in altri paesi uno, in alcuni tipicamente come saluto tre, vedi i paesi ortodossi dell’Ucraiana, della Russia e della Serbia. Negli ambienti nobili e raffinati è stato sempre diffusissimo il "baciamano", consistente nello sfiorare appena con le labbra (di un uomo) il dorso della mano di una donna, che normalmente viene, anche, concesso per consuetudine ai Vescovi o ai Cardinali. Ma il bacio che più viene ricordato è il bacio (sessuale) del partner, molti ricordano a distanza di tempo ancora le sensazioni del fatidico primo bacio, quello che ha segnato l’inizio dell’amore. E’stato provato che l’innamorato dal solo bacio riesce a riconoscere la propria partner, tra una moltitudine di persone. Il bacio sessuale spesso chiamato “bacio alla francese”, consistente nel baciare a bocca aperta l’altra persona, muovendo la lingua nella bocca dell’altro, ha in se una grande carica erotica e passionale. Questo tipo di bacio si accompagna spesso ad uno scambio di leggeri morsi sia sulle labbra che sulla lingua stessa ed è quasi sempre scambiato ad occhi chiusi. Un altro tipo di bacio di ambito sessuale è sicuramente il bacio sul collo; esso, infatti, provoca un intenso eccitamento, e spesso, va a diventare un "succhiotto" (termine di origine dialettale). Quest’ ultimo consiste nell'aspirare con forza il collo dell'altra persona staccando poi le labbra d'improvviso in modo da far apparire una marcata macchia rossa che, se fatta bene, può durare anche per diversi giorni. Quindi il bacio è un atto simbolico d’amore, un preliminare erotico che soprattutto ha un forte significato biologico. Baciando infatti entriamo a contatto con le sostanze odorose del potenziale partner e ad esso trasmettiamo le nostre molecole odorose. In questo gesto noi valutiamo inconsciamente se il partner è adatto a noi. Il bacio è un’esperienza emozionante, che provoca un vero e proprio tumulto nell’organismo, la salivazione, la temperatura e la sudorazione aumentano, il cuore batte più forte, la respirazione accelera, si raggiunge l’eccitazione dei genitali e il cervello tra l’altro, produce dopamina, l’ormone responsabile delle sensazioni di piacere. Anche se baciare è così importante non dobbiamo preoccuparci di come farlo, in quanto con esso comunichiamo noi stessi, la nostra personalità, il nostro modo di vivere la sessualità e il nostro livello di passione. Quindi non servono tecniche, ma basta seguire il proprio istinto, che gli darà le proprie sfumature, il giusto ritmo e le variazioni dettate dalla propria fantasia. Il bacio è l’indice della passionalità della coppia, pertanto non lesinate di darne, sempre meglio uno in più che uno in meno, avrete piacere e giovamento sia voi che lo date che chi lo riceve e lo ricambia.

Itacamente A cura del dot.Pasquale Lupo

Itaca è, geograficamente, un’isola del Mediterraneo , e per la cultura delle sue Genti, l’isola di Ulisse, terra che accolse le su spoglie dopo una vita avventurosa sotto tutti i punti di vista.

La “mente” è espressione del cervello umano, la struttura biologica più complessa che Universo materiale ha fino ad ora prodotto.

Itacamente quindi è il termine che, presuntuosamente, intende indicare la patria culturale (mentale) cui noi, discendenti dei compagni di viaggio del mitico Ulisse vorremmo, raggiungere dopo di lui (nell’Odissea, Ulisse raggiunse da solo l’isola; i suoi compagni perirono tutti nel viaggio)

Perchè oggetti mentali. ( Per approfondire)

Un oggetto materiale è ciò che la nostra mente riesce a riconoscere come altro da se attraverso i sensi ed attraverso il confronto continuo che opera nel distinguere il proprio contenitore, corpo fisico, nei confronti alla realtà.

La mente, d’altra parte è l’utero che accoglie l’embrione dell’idea fecondata dagli stimoli esterni ed interni, più o meno spontaneamente generati, e che una più o meno lunga gestazione riesce a rendere reali con il suo “fare” manipolando la realtà materiale attraverso una “tecnologia”, variamente complessa che ha rendo condivisibile, materialmente o intellettualmente il risultato dell’idea, ha permesso l’evoluzione dell’Uomo.

Sono un medico che, nel corso della sua esperienza professionale, ha più volte riconosciuto la stretta dipendenza funzionale che esiste tra il polo mentale ed il polo fisico tanto da poter permettermi di affermare che tutto ciò che è, anatomicamente e funzionalmente è altro dal cervello, ha lo “scopo” di mantenere nel miglior modo possibile l’efficienza del cervello stesso che, a sua volta esprime i “bisogni” della mente finalizzati alla sopravvivenza di se stessa e della specie privilegiando gli individui “affettivamente” vicini. In conclusione, l’Uomo è, per me, un meccanismo biologico di cui, egli stesso, si è reso conto di essere diverso dagli altri viventi ma non sa in cosa e, fatto più interessante, perché!

La filosofia si interroga sul perché dell’esistenza dell’uomo, la religione prova a dare qualche risposta, la medicina opera analisi e sintesi allo scopo di comprendere ed operare, o favorire, un cambiamento quando se ne sente la necessità; è proprio a questo percorso intellettuale che voglio agganciare il mio: Freud ha aperto la strada dell’analisi psicologica e ha parlato dei “topoi”, i luoghi della mente, io provo a parlare degli oggetti che potrebbero trovarsi in quei luoghi e intendo utilizzare la “rete” per interagire con quanti sentono di condividere questa idea e, quindi contribuire ad individuare e connotare gli oggetti mentali di cui do una definizione

Intendo per “oggetto mentale” un insieme strutturato ed elementare di idea finalizzato alla realizzazione di un obbiettivo, variamente complesso, sia esso materiale o intellettuale

Percorsi di psiconutrizione

Percorsi di psiconutrizione
il cibo come medicina per le tossine delle nostre emozioni
Seminari tenuto da
Margherita Vicinaza
esperta psiconutrizione
Disagio , alimentazione e stili di vita
“ Se qualcuno desidera la salute,
prima bisogna chiedergli se è pronto
ad eliminare le cause della sua malattia,
soltanto allora sarà possibile aiutarlo.”
Ippocrate 430 a.C.
Premessa:
Ogni individuo sviluppa un proprio percorso neuro biologico in funzione delle stimolazioni e dell’addestramento cognitivo a cui viene esposto.
Già Ippocrate aveva definito il cervello come una “ghiandola” intuendone le capacità secretive scientificamente dimostrate solo da pochi anni.
Negli anni Venti i coniugi Sharrer dimostrarono che la parte anatomica del cervello definita ipotalamo si occupava anche della produzione di sostanze ormonali.
Nel 1986 a Rita Levi di Montalcini è stato assegnato il Premio Nobel per la medicina per la scoperta dell' NGF come “fattore di accrescimento del sistema nervoso”, il primo ormone prodotto dal sistema nervoso.
La ricercatrice ha identificato l'NGF nel 1935 determinandone le fondamentali proprietà di stimolo sul sistema endocrino e sul sistema immunitario.
Nel 1995 la Montalcini presentò a Boston i risultati di cinquant'anni di ricerche sulle correlazioni fra sistema nervoso fra sistema nervoso centrale, sistema endocrino e sistema immunitario.
Come può questa nuova accezione essere utilizzata per migliorare il percorso di orientamento alla salute delle nuove nella nostra società?
Oggi si parla sempre più spesso di intelligenza emotiva e di centralizzazione progressiva della vita, di intolleranze alimentari, di alimentazione biologica, di un pianeta intossicato, termini che implicano necessariamente una ri programmazione dell’approccio alla nostra esistenza quotidianamente.
Perché la necessità di un nuovo approccio?
L’esigenza nasce dalla considerazione che ciò che si è modificato nel tempo non è tanto l’aspetto della “crisi esistenziale” oppure la maggiore o minore capacità intellettuale di un individuo, ma ciò che sta cambiando è lo scenario d’ impostazione della nostra società.
Nel “nuovo mondo” che abbiamo costruito ciò che determina una risposta più o meno adattiva è l’impegno con il quale si affrontano i compiti che ci sono stati dati o che ci siamo prefissi.
La frase “I care” cioè “io mi impegno”è spesso stata usata come motto nell’ambito dell’approccio psico pedagogico, ma per “impegnarsi” nella vita bisogna innanzitutto avere consapevolezza, in un’ottica positiva, delle proprie potenzialità e dei meccanismi di interazione della nostra mente e del nostro corpo con ciò che ci circonda.
In quest’ottica, lo scopo è di promuovere ed attuare un percorso basato sulla ricerca ed indagine delle dinamiche che intercorrono tra abitudini alimentari e stili di vita per verificare le connessioni che intercorrono tra “alimentazione e disagio” e “salute psicofisica”.

giovedì 7 giugno 2007

Perché ci siamo lasciati? Ed ora cosa faccio ?

Perché ci siamo lasciati? Ed ora cosa faccio ?
Per rimarginare le ferite provocate da un allontanamento.
Per le persone che ancora adesso si chiedono “ perché”.
Per superare il momento del distacco.
Queste le risposte che il seminario organizzato 1 luglio 2007 a Roma presso la sede della associazione CEMUI vuole fornire ai partecipanti.

“Quando l’amore finisce, lasciatelo andare
benché le sue vie, siano faticose e ripide.
Quando la solitudine vi prende, abbandonatevi ad essa
In attesa della meritata ricompensa”

Perché “guarire” è possibile

Perché è possibile, guardando con coraggio, all’interno noi stessi,
intravedere le risorse capaci di modificare,
in senso positivo, molti aspetti della nostra vita.

Per ridisegnare, alcuni aspetti della propria vita,
e capire , che ciò che è considerato “fallito”
è semplicemente “finito” e che da quel punto, c’è un
nuovo inizio ed una nuova vita.

La proposta è di mettersi nuovo in gioco, con il piacere della condivisione
in un percorso coinvolgente ed emozionante dalle 9,30 alle 13.30
e dalle 14.30 alle 18.30 del 1 luglio 2007 a Roma presso
la sede della associazione
CEMUI “Comunicare per crescere”
Via Archelao di Mileto, 30
00124 Roma

Per informazioni: Ida Carità 3474328398 - 0637352413

MESSAGGI E MASSAGGI PER L’ANIMA, WORK SHOP, ROMA 7 LUGLIO 2007

MESSAGGI E MASSAGGI PER L’ANIMA, WORK SHOP, ROMA 7 LUGLIO 2007

Un incontro, Presso il “Salotto delle idee” via Gallia 50-52 - Roma, dedicato a coloro che hanno la voglia, di regalarsi un giorno “tutto per loro”, per potersi riappropriaredella chiave, del cassetto, dove i loro sogni, sono stati chiusi, tanto tempo fa.



06/06/2007 - Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio
di sognare e di correre il rischio, di vivere i propri sogni.

Un incontro per “accarezzarsi l’anima” , ovvero , scendere all’interno di se stessi,
per risentire le voci e i suoni del passato, rivedere le immagini che ci legano a ciò che è stato
e rimodulare i propri atteggiamenti , per una nuova rinascita .

Per poter, interpretare , in maniera diversa , gli aspetti
della vita passata e presente al fine di raggiungere, quegli obiettivi,
che costituiscono la ricostruzione della nostra autostima,
che spesso , inconsapevolmente è
andata in frantumi, mettendoci nella condizione, di non saper più agire.

Dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14.0 alle 18.30
un percorso in full-immersion, interattivo , e coinvolgente .

Il percorso di ricostruzione ,rispetta i ritmi dell’attenzione e dell’apprendimento
e facilita l’integrazione del gruppo.

Sono previsti due coffee break ed una colazione di lavoro,
inclusi nella quota di iscrizione.

Per informazioni:
Marialaura Zitarelli– 3392914102
Ida Carità -3474328398
06 37352413